Il paese della cuccagna, Venezia, Fenzo, 1750

Vignetta Frontespizio
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Tempio dedicato a Bacco, a Cerere e ad Amore.
 
 LARDONE, COMPAGNONE, SALCICCIONE e compagni, tutti coronati di pampini in vesti bianche. Madama CORTESE e madama LIBERA vestite da baccanti, coronate di fiori, POLLASTRINA vestita da baccante senza corona e coro de baccanti
 
 coro
 
    Evviva il dio de’ pampini,
 evviva Amor bambin;
420evviva Bacco e Cerere,
 evviva il pane e il vin.
 
 parte del coro
 
    Questa divota femina,
 che viensi a dedicar,
 dei fiori più odoriferi
425vogliamo incoronar. (Pongono la corona in capo a Pollastrina)
 
 tutto il coro
 
    Evviva il dio de’ pampini,
 evviva Amor bambin;
 evviva Bacco e Cerere,
 evviva il pan e il vin.
 
 Pollastrina
430È una gran bella cosa il canto e il suono;
 gradisco il vostro dono;
 inchino i vostri numi;
 amo i vostri costumi;
 tutto mi dà nel genio e mi conforta
435ma sono dalla fame mezza morta.
 Lardone
 Or che siete de’ nostri,
 venite, se volete,
 staremo allegramente e goderete.
 Pollastrina
 Ma dov’è mio marito?
 madama Libera
                                           Oh siete pazza,
440se il marito cercate.
 Venite via con noi, badate a me
 e il marito, se vuol, pensi per sé.
 Pollastrina
 Mi cercherà.
 madama Cortese
                          Lasciate che vi cerchi.
 Andar con il marito in compagnia
445sarebbe una solenne villania.
 Salciccione
 Via datemi la mano.
 Lardone
 Venite col sovrano.
 Compagnone
 Andate, andate pure,
 che le femine son fra noi sicure.
 coro
 
450   Evviva il dio de’ pampini,
 evviva Amor bambin;
 evviva Bacco e Cerere,
 evviva il pane e il vin. (Partono tutti fuorché Compagnone)
 
 SCENA II
 
 COMPAGNONE e ministri del tempio, poi PANDOLINO
 
 Compagnone
 Olà, sacri ministri,
455preparate ogni libro, ogni strumento,
 per far la gran funzion del giuramento.
 Pandolino
 Dov’è, dov’è mia moglie?
 Mia moglie dov’è andata?
 Ah, signor protettor, me l’han rubbata.
 Compagnone
460E ben? Che cosa importa?
 Ella non è già morta;
 ed in qualunque luogo sia rimasa
 la trovarete questa sera a casa.
 Pandolino
 Signor no, non va bene.
 Compagnone
465Orsù, giurar conviene
 in faccia ai nostri numi,
 osservar i costumi
 della nostra nazione
 o andarvene di qua come un birbone.
 Pandolino
470Senza mangiar?
 Compagnone
                                 S’intende.
 Pandolino
                                                      Io morirò.
 Compagnone
 E voi dunque giurate.
 Pandolino
                                           Io giurerò.
 Compagnone
 Bravo, così mi piace.
 Olà venite avanti. (Ai ministri, uno de’ quali gli porge un libro)
 Datemi qui quel libro;
475e voi, Pandolin mio,
 non lasciate di dir quel che dich’io.
 Bacco, signor del vino...
 Pandolino
 Bacco, signor del vino...
 Compagnone
 Promette Pandolino...
 Pandolino
480Promette Pandolino...
 Compagnone
 Benché sia fatto sposo...
 Pandolino
 Benché sia fatto sposo...
 Compagnone
 Non essere geloso...
 Pandolino
                                      Oh questo poi...
 Compagnone
 Se non volete voi
485giurar come dich’io, vi scaccierò.
 Pandolino
 Povero Pandolino, io giurerò.
 Compagnone
 Prometto di non essere geloso.
 Pandolino
 Prometto... di non essere... geloso.
 Compagnone
 Prometto... via.
 Pandolino
                               Prometto...
 Compagnone
490Di non far mai fatica.
 Pandolino
                                          Oh sì, prometto
 di non far mai fatica.
 Compagnone
 Di mangiar quanto posso e sempre bere.
 Pandolino
 Prometto, oh che piacere!
 di mangiar e di bere.
 Compagnone
495Di non prendermi cura
 se la mia moglie stia
 con altri in allegria.
 Pandolino
 Non lo posso giurar.
 Compagnone
                                       Se non giurate
 anco questo di far, partite, andate.
 Pandolino
500Vedo che il caso è brutto,
 signorsì, signorsì, giuro far tutto.
 Compagnone
 Ora siete aggregato
 al popol fortunato di cuccagna,
 dove il bere e il mangiar non si sparagna.
 
505   Che bel vedersi in casa
 venir il pane, il vino,
 senza saper da chi.
 Vi sono tanti e tanti
 che vivono così.
 
510   Ma quasi ognun che visse
 in questa bella vita
 finì la sua partita
 e misero morì.
 
 SCENA III
 
 PANDOLINO solo
 
 Pandolino
 Adesso, Pandolino,
515sei fatto di cuccagna cittadino.
 Puoi saziar quanto brami ogni appetito
 ma sei di Pollastrina il bel marito.
 Cospetto, cospettone,
 voglio la sposa mia...
520Ma questa è una pazzia...
 Signor no, signor no, pazzia non è;
 l’ho presa e l’ho sposata sol per me.
 Ma la fame? La fame
 si sopporta e si fa come si può.
525Vuo’ più tosto morire. Oh messer no.
 Fra l’amore, l’onore e l’appetito,
 combatto e mi confondo;
 parlano i miei pensieri ed io rispondo.
 
    Dice questo: «Bada bene
530che ti voglion corbellar».
 Dice l’altro: «Non conviene
 la fortuna abbandonar».
 
    A chi dunque crederò?
 Ora vengo. Dite voi;
535il bel tempo ho da lasciar?
 Signor no. Ma voi che dite?
 Ho a star quieto e sopportar?
 
    Signorsì. Già v’ho capito.
 Son amante, son marito
540ma mi piace la cuccagna;
 non mi piace affaticar.
 
 SCENA IV
 
 Appartamento destinato a Pandolino e Pollastrina.
 
 Madama LIBERA, POLASTRINA e madama CORTESE ne’ loro primi abiti
 
 madama Libera
 E ben, come vi piace
 il vivere fra noi?
 Pollastrina
                                 Mi piace assai.
 Ma sapere vorrei
545come vengan in cuccagna
 tanti cibi ogni dì, tanti licori
 senza che alcuno spenda, alcun lavori.
 madama Cortese
 Vi voglio soddisfar. Sappiate, amica,
 che nel mondo si trovano
550certe ricche persone e piene d’oro
 ch’hanno in casa un tesoro
 e un soldo non darian per carità;
 ma, se si tratterà
 d’alimentar oziosi,
555liberali saranno e generosi.
 Queste son quelle appunto
 che fomentan i vizi e fan che stia
 il popol di cuccagna in allegria.
 Pollastrina
 Queste genti saranno
560qual’altre deità quivi adorate.
 madama Libera
 Amica, v’ingannate.
 Il popol di cuccagna
 quand’ha bene mangiato
 beffeggia nel suo cuor chi gliel’ha dato.
 Pollastrina
565Per dir la verità, pensando anch’io
 alla vostra sì strana cortesia,
 ho riso nel mio cor la parte mia.
 madama Cortese
 Ridete pur ma poi pregate il fato
 che duri la cuccagna.
 Pollastrina
                                         V’è pericolo
570forse che si distrugga?
 madama Cortese
                                            V’è purtroppo
 quella gran diceria
 che la cuccagna sia
 cercata in più d’un loco
 ma che quando si trova dura poco.
 
575   Vi son due strade al mondo
 per l’uomo pellegrin;
 chi non ricerca il fin
 conoscerle non sa.
 
    La strada più fiorita
580lo guida alle rovine;
 e l’altra fra le spine
 al porto il guiderà.
 
 SCENA V
 
 Madama LIBERA e POLLASTRINA
 
 Pollastrina
 Come parla costei! Non par che siano
 cotali sentimenti
585di cuccagna addattati ai cor contenti.
 madama Libera
 Vi dirò. Noi ancora
 nel nostro cor talora
 abbiam qualche pensier illuminato
 che ci fa vergognar del nostro stato.
 Pollastrina
590Or mi ponete in dubio
 di restare tra voi.
 madama Libera
                                   Non ci pensate.
 Fate come fo io,
 scaccio il pensiero e faccio a modo mio.
 Pollastrina
 Possibil ch’io non possa
595mio marito veder?
 madama Libera
                                     Lo vederete
 quanto mai che volete.
 Peraltro quelle donne
 ch’hanno preso in cuccagna il lor partito
 pochissimo si curan del marito.
 Pollastrina
600E cosa fanno poi?
 madama Libera
                                   Si fan servire
 or dall’uno, or dall’altro,
 or con un vezzo scaltro,
 or con un bel sorriso,
 finché dura il bel fior del vago viso.
 Pollastrina
605Quando la donna invecchia,
 allor che cosa fa?
 madama Libera
                                  Di loro alcuna
 suol fare la maestra
 e la men scaltra gioventude addestra.
 Pollastrina
 Di queste cuccagnette
610n’ho vedute diverse
 mantenute da sciocchi a proprie spese.
 madama Libera
 Tutto il mondo è paese.
 Il nostro di cuccagna è il vero regno
 ma però da per tutto,
615dove senza pensar si beve e magna,
 si gode dagli oziosi la cuccagna.
 
    Le madri che defraudano
 le figlie della dote,
 le zie che si mantengono
620col bel della nipote
 e quei mariti, che amano
 mangiar e non pensar,
 cuccagna tutti godono
 ma poco suol durar. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 POLLASTRINA, poi PANDOLINO
 
 Pollastrina
625Quello che gli altri fanno
 faremo ancora noi.
 Così dei piacer suoi ciascun si scusa;
 basta di poter dir: «Così si usa».
 Pandolino
 Oh Pollastrina mia,
630alfin t’ho pur trovata.
 Come fu? Com’è andata?
 Finor per causa tua son stato in pene.
 Pollastrina
 Credimi ch’io sto bene.
 E ne ringrazio il fato.
635Ho bevuto e mangiato,
 son stata in allegria.
 Credo più bel paese non vi sia.
 Pandolino
 Anch’io m’ho reficiato
 ma non del tutto ancor. Vi vuole assai,
640poiché due giorni intieri digiunai.
 Ma non vuo’ certamente
 che ci stiamo lontani.
 Pollastrina
                                          Anch’io patisco,
 se non ti son vicina.
 Pandolino
 Cara mia Pollastrina,
645ti voglio tanto bene.
 Pollastrina
                                       Io t’amo tanto.
 Pandolino
 Averei quasi pianto.
 Pollastrina
 Mi sarei data alla disperazione.
 Pandolino
 Senonché nel mio core
 vinto fu dalla fame anco l’amore.
 Pollastrina
650Senonché nel mio petto
 dei cibi al buon odor cedé l’affetto.
 Pandolino
 Ora che meglio stiamo,
 vieni che ci abbracciamo un pochettino.
 Pollastrina
 Vieni che sei il mio caro Pandolino. (Si abbracciano)
 
 SCENA VII
 
 COMPAGNONE e detti
 
 Compagnone
655Olà, che cosa fate?
 E non vi vergognate?
 Pandolino
 La sua moglie abbracciar non è vergogna.
 Compagnone
 Ma farlo non bisogna
 così publicamente.
 Pandolino
660Lo faremo in segreto. (Piano a Pollastrina)
 Pollastrina
                                           Non temere;
 lo farem che nessun potrà vedere. (Piano a Pandolino)
 Compagnone
 Venite, Pollastrina,
 voglio mostrarvi il vostro appartamento.
 Pollastrina
 Vengo.
 Pandolino
                Anch’io venirò.
 Compagnone
665Con noi! Oh signor no.
 Pandolino
 Dunque non posso andar colla mia moglie?
 Non intendo, signor, tal complimento.
 Compagnone
 Ricordatevi il vostro giuramento.
 Pandolino
 È ver, ma non vorrei...
 Pollastrina
670Marito, sciocco sei.
 Se vuoi far il geloso,
 non son di quella pasta;
 sai che donna ch’io son e tanto basta.
 
    La donna onorata
675può andar dove vuole
 e in mezzo a un’armata
 sicura può star.
 
    Ma quand’è di quelle
 che son sfacciatelle,
680non bastan cent’occhi
 per farle guardar;
 né chiavi né funi
 le posson frenar. (Parte per mano di Compagnone)
 
 SCENA VIII
 
 PANDOLINO, poi SALCICCIONE con uomini che portano dei regali
 
 Pandolino
 Oh che boccone amaro!
685Questo poco mangiar mi costa caro.
 Salciccione
 Amico, dite in grazia,
 Pollastrina dov’è?
 Pandolino
                                   Là in quella stanza.
 Salciccione
 La vado a ritrovar.
 Pandolino
                                     Sì francamente?
 Così senza dir niente
690a me che son alfine suo marito?
 Salciccione
 Siete stato avertito
 dell’uso nostro, onde per dirla, amico,
 vado e di voi non me n’importa un fico.
 Pandolino
 Olà, dico, fermate.
 Salciccione
695Eh via non mi arrestate.
 Io porto a vostra moglie
 due abiti e le loro forniture.
 Pandolino
 Signor quand’è così si serva pure.
 Salciccione
 Amico, a quel ch’io sento,
700voi sarete ogni giorno più contento. (Entra in camera con i doni)
 
 SCENA IX
 
 PANDOLINO, poi LARDONE con uomini carichi di vivande
 
 Pandolino
 Non so cosa si dica di contento;
 quel ch’io faccio lo fo per complimento.
 Lardone
 Pandolino, dov’è la moglie vostra?
 Pandolino
 Là dentro, padron mio.
 Lardone
705Vado a vederla. Addio.
 Pandolino
 Ma, signor, senz’almeno
 domandarmi licenza?
 Lardone
 Cos’è questa insolenza?
 Posso andar quando voglio e voi tacete.
710Voi mangiate e bevete
 e ancor vorreste far il bell’umore?
 Pandolino
 Signor governatore,
 vi domando perdono;
 so che una bestia io sono.
715Ditemi almen per grazia
 cosa v’è in quei bacili e in quei cestoni.
 Lardone
 Vi sono dei capponi;
 e a Pollastrina tutti
 li reca di sua mano il buon Lardone.
 Pandolino
720Meraviglio, signor, vada, è padrone.
 Lardone
 
    Ve ne sono tanti e tanti,
 per la fame rei birbanti,
 che poi fanno gli onorati
 quando fame non han più.
 
725   La cuccagna è un bel paese.
 Quei che sonovi arrollati
 non patiscon certi flati
 né vi soglion pensar su. (Entra nella camera di Pollastrina con gli uomini che portano i doni)
 
 SCENA X
 
 PANDOLINO solo
 
 Pandolino
 Vorrei entrar anch’io
730ma commettere temo un’increanza
 che sia contro l’usanza. Mi ramento
 una ragion che ha detto
 della cuccagna la ceremoniera,
 la moglie in casa troverò stassera.
 
 SCENA XI
 
 POLLASTRINA di camera, servita di braccio da LARDONE e COMPAGNONE; SALCICCIONE e detto
 
 Lardone
735Voi siete assai vezzosa. (A Pollastrina)
 Pollastrina
 Tutta vostra bontà. (A Lardone)
 Compagnone
                                      Le vostre luci
 son tutte leggiadria. (A Pollastrina)
 Pollastrina
 È vostra cortesia. (A Compagnone)
 Salciccione
 Vedete a vostra moglie quanti onori. (A Pandollino)
 Pandolino
740Son obligato a tutti lor signori.
 Compagnone
 Andiamo, andiamo a cena.
 Pollastrina
                                                   Andiamo pure.
 Lardone
 Andiamo a cena nel giardino mio.
 Pollastrina
 Grazie di tanto onor. Consorte, addio. (Partono Pollastrina, Lardone e Compagnone)
 
 SCENA XII
 
 SALCICCIONE e PANDOLINO
 
 Pandolino
 Oh questa poi mi spiace sopra tutte.
745Come? La moglie mia vogliono a cena
 e non fanno l’invito
 a me che son marito?
 Salciccione
                                          In questa parte
 vi do ragione. Andate;
 schiettamente parlate.
750Dite che quando vanno
 le mogli a dei conviti
 s’ha da dar da mangiar anco ai mariti.
 Pandolino
 Quand’è così, non tardo
 a dire il fatto mio;
755se mangia lei, voglio mangiar anch’io. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 SALCICCIONE solo
 
 Salciccione
 Come presto costui
 s’è all’uso accomodato;
 come presto ogni scrupolo ha scacciato!
 Quando si unisce insieme
760disgrazia e maltalento,
 quando l’uomo ha dei vizi e non guadagna,
 presto, presto si addatta alla cuccagna.
 
    Se non fosse la speranza
 di goder senza fatica,
765quanta gente meno amica
 vi sarebbe del piacer.
 
    S’invaghiscon dell’usanza
 di mangiare all’altrui spese;
 ed in questo e in quel paese
770la cuccagna ha il suo poter. (Parte)
 
 SCENA XIV
 
 Giardino illuminato in tempo di notte, con tavola magnificamente addobbata, ricca de piatti e de licori.
 
 Madama LIBERA, madama CORTESE, POLLASTRINA, LARDONE, COMPAGNONE e PANDOLINO, tutti a tavola. Servitori che servono
 
 tutti
 
    Beviamo allegramente
 senza pensar a niente.
 Evviva la cuccagna,
 evviva il buon licor. (Tutti bevono)
 
 Lardone
 
775   Un brindesi vuo’ fare
 a quelle donne care
 che sono di buon cor.
 
 tutti
 
    Evviva la cuccagna,
 evviva il buon licor. (Pandolino beve)
 
 Compagnone
 
780   Un brindesi fo anch’io
 a chi è del genio mio,
 a chi è di buonumor.
 
 tutti
 
    Evviva la cuccagna,
 evviva il buon licor. (Pandolino beve)
 
 madama Libera
 
785   Un brindesi facciamo
 a quelli che inganniamo
 col nostro finto ardor.
 
 tutti
 
    Evviva la cuccagna,
 evviva il buon licor. (Pandolino beve)
 
 Pandolino, Pollastrina a due
 
790   Un brindesi ancor noi
 faremo a tutti voi,
 perché ci fate onor.
 
 tutti
 
    Evviva la cuccagna,
 evviva il buon licor. (Pandolino beve. Tutti si alzano)
 
 Pandolino
795Oimè, sento un gran caldo. (Va traballando)
 Compagnone
 Che avete? State saldo.
 Pandolino
 Par che girino i fiori;
 par che tremi il terreno.
 madama Cortese
 (Ha bevuto assai bene).
 madama Libera
                                              (È assai ripieno).
 Lardone
800Amico, buonanotte;
 vado a dormire.
 Pandolino
                                Andate.
 Levatevi di qui, non mi seccate.
 Compagnone
 Come? Al governator?
 Lardone
                                           Non me n’offendo;
 compatisco il meschino;
805so che non parla lui ma parla il vino. (Parte)
 
 SCENA XV
 
 Madama CORTESE, madama LIBERA, POLLASTRINA, COMPAGNONE e PANDOLINO
 
 Pandolino
 Cospettonon d’un Bacco,
 ei m’ha detto ubriaco;
 lo voglio scorticar.
 madama Cortese
                                    Deh no, fermate,
 se vagliono con voi di donna i prieghi.
 Pandolino
810A tanto intercessor nulla si neghi.
 madama Cortese
 Vi ringrazio, signor. (Ma me ne vado,
 che or ora non vorrei
 ei s’avesse a rifar co’ fatti miei). (Parte)
 
 SCENA XVI
 
 Madama LIBERA, POLLASTRINA, COMPAGNONE e PANDOLINO
 
 Pollastrina
 Caro marito mio,
815che avete mai che andate traballando?
 Pandolino
 Tacete; vi comando
 andar subito via.
 Fermati; vuo’ che stiamo in allegria. (Prende una bottiglia e vuole che tutti bevano)
 
    Allegri, compagni,
820beviamo, godiamo
 del dolce licor.
 
 Pollastrina, madama Libera a due
 
    Non posso, non voglio,
 mi basta così.
 
 Compagnone
 
    Godiam, se volete,
825beviamo fin dì. (Beve con Pandolino)
 
 Pandolino
 
    Tenetemi, io casco. (Alle donne)
 Lasciate il mio fiasco, (A Compagnone)
 che bever io vuo’. (Beve)
 
 Pollastrina, madama Libera, Compagnone a tre
 
 Bevete, bon pro.
 
 Pandolino
 
830   Ragazze mie care
 venite con me.
 
 Compagnone
 
    Due donne per voi?
 Giustizia non è.
 
 Pollastrina, madama Libera a due
 
    Ognuno di voi
835proveda per sé.
 
 Pandolino
 
    Mia bella... non voglio. (Mostra voler Pollastrina poi la lascia)
 Mia cara... partite...
 Venite... Sentite...
 Gran caldo mi fa.
 
 Pollastrina, madama Libera, Compagnone a tre
 
840   Non può più star in piedi,
 in terra or ora va.
 
 Pandolino
 
    Vogliamo un po’ ballare,
 vogliamo un po’ cantar?
 
 Pollastrina, madama Libera, Compagnone a tre
 
    Andate a riposare,
845non state a delirar.
 
 Pandolino
 
    Vuo’ stare in compagnia,
 vuo’ stare in allegria;
 non me ne voglio andar.
 
 Pollastrina, madama Libera a due
 
    Tenetelo, tenetelo.
 
 Compagnone
 
850Andiamlo a coricar.
 
 Pandolino
 
    Vuo’ star in compagnia.
 
 a quattro
 
 Evviva l’allegria
 che Bacco fa provar. (Portano via Pandolino che sempre più va traballando)
 
 Fine dell’atto secondo